Ebbene sì, la grande cima di quest’anno è stata il Gran Paradiso!
Per vedere le fotografie basta fare click sull’immagine sottostante.
Ed ecco alcune clip video:
Diluvio al Col Mantò
Single track sotto pioggia torrenziale
Due cuori ed una capanna
Discesa tecnica dal Col Larissa
Sentiero Balcone sulla Valsavarenche
Freedide verso il Lago Ponton
Salita verso il Col Luson
Rocce, Fiori e Bikers
Complimenti ad Elena Spalenza ed Ermanno Gatta per l’entusiasmo, la simpatia e la perfezione tecnica e sportiva.
Ecco il programma del tour.
Compiremo un percorso ad anello che ci farà visitare le più belle località del più antico parco naturale italiano, portando le nostre ruote artigliate a percorrere le antiche strade militari di caccia dei Savoia.
Questo il programma del tour.
Primo giorno, sabato 29 luglio
Percorso automobilistico
Partenza da Ome, 6:00, direzione Pont Canavese, porta di accesso al Parco nazionale del gran paradiso, nel versante piemontese.
Li saliremo sul furgone della società di trasporti Seren Snc, alla quale affideremo il bagaglio che ci faranno gentilmente trovare la sera al nostro arrivo in albergo.
Quindi, saremo trasportati, assieme alle nostre amate biciclette, evitandoci così 34 terribili kilometri di bitume su strade trafficate, inquinate e pericolose.
Verremo quindi trasportati fino alla fine del lago di Ceresole Reale, dove inizia l’avventura.
Siamo arrivati a quota 1600 m e, per il momento, non siamo affatto stanchi!
Percorso Ciclistico
Oggi, per iniziare, ci aspetta la tappa più facile del tour, ma anche la più panoramica. Percorreremo la grande balconata gran paradiso, lungo le antiche mulattiere di caccia reali. Alla fine dell’escussione una discesa veloce e molto divertente coronerà degnamente la giornata.
Finalmente abbandonato il mezzo motorizzato, continuiamo sulla ormai pochissimo trafficata strada della alta Valle dell’Orco sino ad iniziare In tutta calma ad affrontare i tornantoni che caratterizzano la salita per il colle del Nivolet, metri 2612.
Avremo così percorso da 1000 m di dislivello positivo.
Possibile ristoro al rifugio città di Chivasso.
La strada asfaltata termina, e ci attendono circa 4 km di strada incompiuta e chiusa al traffico, nell’immenso piano del Nivolet.
In caso di maltempo, avremo disposizione piano B: discesa diretta verso l’alpe del Nivole e poi località Pont, dove un orribile bitume ci porterà sino a Bine dove si trova il nostro albergo.
Il tour invece prosegue senza deviazioni nel vallone: dovremo poi prendere la prima mulattiera di caccia reale, situata su una favolosa balconata a circa 2600 m di quota, regno incontrastato di camosci e marmotte. Di fronte a noi avremo tutto il versante ovest del Gran Paradiso, dal Ciarforon sino alla Grivola.
Abbandoneremo quindi la mulattiera di caccia reale per un divertente sentiero con tornanti tecnici e discesa gradoni che ci porteranno al lago Djouan, metri 2516, unico tratto tecnico della giornata.
Un successivo traversone in quota, sempre con panorami mozzafiato, ci porterà verso la casa del parco di Orvieille.
Gran finale, ci aspetta una mulattiera con una serie infinita di tornanti, prima all’aperto o in piena foresta, da percorrere in piena velocità. Arriveremo sul fondovalle a Degioz, capoluogo della Valsavarenche; lì ci tocca un breve tratto bitumato fino a Bien, dove ci aspetta l’accogliente hotel campin Grivola.
Avremo percorso, questa prima giornata, 46 km per 1530 m di dislivello positivo.
Secondo giorno
Oggi raggiungeremo l’impressionante quota di 3300 m al del Lauson, con una salita interminabile ma favolosa, in buona parte ancora su mulattiera di caccia reali. Prepariamoci, comunque, a lunghi tratti a piedi, e faticosi, perché la quota si farà sentire!
SI raggiunge via bitume (poco) la località Eau Rousse Dove un ponticello immette sulla continuazione della reale strada di caccia.
L’inizio è decisamente poco invitante, una sassaia tra due muri invasa da ortiche e vegetazione spontanea, che ci farà arrancare per una ventina di minuti prima di entrare nel bosco e trovare l’inizio di una lunga serie di tornanti. Salendo il fondo migliora, e da 1800 m di quota in su la mulattiera diventa ottimamente pedalabile, anche se dovremo risparmiare le energie per i passaggi successivi.
Si guadagna così quota godendo meravigliosi scorci panoramici sulla valle e sull’itinerario del giorno prima, e senza troppa fatica arriviamo alla fotografatissima cappella e all’alpe Levionaz Inferiore (mt. 2289).
Dopo questo punto turistico perdiamo un po’ di quota corteggiando ruscello in un grandioso vallone quindi affrontiamo una salita sassosa, da compiere quasi integralmente a spinta, sino a quota 2600 circa dove il sentiero migliora nettamente ritorna pedalabile. La quota, però, inizia a farsi sentire ed accorciarci il fiato, e l’ambiente diventa quello selvaggio delle alte quote, solo rocce, neve, e anche gli ultimi fiorellini spariscono.
Dai 3000 m in su la traccia risale un pendio di sfasciume e impone un lungo tratto a spinta, ma ormai ci siamo.
Dulcis in fundo …. il passaggio più delicato è proprio la forcella del Col Lauson, dove troveremo un sentiero attrezzato con delle catene alle quali ci dovremo assicurare.
A questo punto, ci attende una deliziosa discesa, perché ben presto la mulattiera diventa liscia, ciclabile, con ampi tornanti perfettamente tracciati nella pietraia. sino al rifugio Vittorio Sella, uno dei più noti del parco, punto di partenza per famosissime ascensioni sulle cime più belle del comprensorio del gran paradiso.
Dal rifugio Sella fino al fondovalle, purtroppo, è un’incognita: la via normale di salita è stata travolta, qualche anno fa, da un’alluvione, e non sappiamo in che condizioni è il nuovo tracciato.
Ma tanto non ci ferma nulla e nessuno.
Arriviamo quindi a Cogne, dove ci attende l’accogliente cameretta dell’hotel Stambecco, dove i nostri amici ci avranno fatto trovare la valigia con i ricambi.
Il secondo giorno avremmo percorso appena 34 km ma ben 2040 m di dislivello positivo!
Terzo giorno
Si tratta ora di recuperare il versante piemontese del Parco, iniziando la lunga salita al rifugio sogno di Berger.
A Lillaz imboccare la stradina (itinerario n. 10) che conduce al Rif. Sogno di Berdze (mt. 2530). Il primo tratto è ripido e asfaltato. Poi la pendenza diminuisce e la stradina diventa sterrata.
La salita si svolge su una stradina asfaltata chiusa al traffico, poi su sterratoni facili, ben tenuti e dalla pendenza ideale. Raggiungiamo diverse borgate e malghe e dopo la chiesetta di Cret (2015 mt) passiamo accanto ad una spettacolare cascata.
Proseguiamo in un vallone molto ampio e senza fatica in meno di tre ore raggiungiamo il rifugio per una breve sosta.
Lì giunti, si abbandona la valle di Cogne per puntare alla finestra di Champorcher, metri 2828.
Le nostre prossime mete sono il rifugio Dondennaz (ottima zuppa valpellinese), il lago Larissa ed infine il Col Larissa (mt. 2534), dove la salita sarà agevolata dall’ennesima mulattiera reale, con ottimi tratti pedalabili tra le stelle alpine. Giunti al colle, iniziamo la discesa per la selvaggia valle Soana, direzione La Grangia Reale.
Si tratta di un territorio sconosciuto al turismo e soprattutto ai biker, dovremo inventarci un po’ di passaggi, fino alla località di Val Prato Soana, dove purtroppo ci attendono 20 km di asfalto (però, tutto in discesa) per ritornare a Pont Canavese dove ci attende il traguardo, il sindaco e la banda municipale.
Riporto quanto scritto sul sito “cicloalpinismo.com”, per dare un’idea … :
Rientriamo in Piemonte, sotto di noi la selvaggia e rustica val Soana: il segnavia diventa il classico bianco/rosso, passiamo sotto un laghetto per raggiungere un ripiano acquitrinoso (2400 m) e traversare verso destra fino a un ampio poggio erboso (2250 m). Fin qui la discesa è impegnativa ma ancora nel novero dei sentieri da mtb, ma il tratto che segue fino alla grangia La Reale (2096 m) è poco o nulla frequentato dagli escursionisti e devastato dal bestiame. Superato l’alpeggio scendiamo sulla sinistra a valicare il rio e dopo una piccola risalita percorriamo un tratto durissimo, tutto su massi inciclabili, fino alle grange Ciavannassa dove i segnavia quasi si perdono. Discesa a ruzzolo nei pascoli, riprendiamo il sentiero in prossimità di un ruscello e finalmente usciamo (1730 m circa) su una sterrata che segna la fine delle fatiche. Via, è tardi, si va a casa!
Questo terzo giorno abbiamo percorso ben 63 km, con un dislivello positivo di metri 1795.
Questo grandioso giro, complessivamente, prevede dunque 143 km e 5400 m di dislivello positivo.
Un sincero ringraziamento al sito cicloalpinismo.com, da dove sono state tratte le informazioni